Oggi ti racconto di un uomo, uno scrittore, anzi un narratore come si definiva lui, Mario Rigoni Stern. A cent’anni dalla sua nascita, il 1° novembre 1921, il Festival sui Cammini Veneti in collaborazione con AIFB ripercorrono la vita di Rigoni Stern attraverso i luoghi in cui è vissuto, i suoi racconti e il cibo.
Uomo semplice e di natura, amava il cibo della tradizione e senza troppo fronzoli, soprattutto era un grande amante dei dolci. Proprio in suo onore ho voluto preparare una torta simbolo della sua amata Asiago, e che ha un forte intreccio con la guerra, a cui lui ha avuto la sfortuna di partecipare, la torta di mandorle di Asiago.
Mario Rigoni Stern, l’uomo
Nato ad Asiago nel 1921 è il terzo di otto figli, famiglia di umili commercianti, sin da piccolo è evidente la sua passione per la letteratura, ma non potrà permettersi una formazione in tal senso.
Frequenta la scuola secondaria di avviamento, e a 17 anni si arruola nella Scuola militare di Alpinismo di Aosta. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, Rigoni viene arruolato come porta ordini durante le operazioni contro la Francia e la Grecia, e viene inviato anche sul fronte russo.
Ma il momento più buio deve ancora arrivare.
Al suo rientro in Italia viene catturato dai tedeschi, e chiuso in un lager fino alla fine della guerra. Questi sono sicuramente gli anni che lo segnarono emotivamente, ma anche gli anni in cui crebbe in lui la voglia di raccontare. Raccontare il suo vissuto e gli orrori che aveva visto in guerra e durante la prigionia.
Proprio in quel periodo iniziò a scrivere ” Il sergente nella neve” che verrà pubblicato solo nel 1953.
Rientrato in Italia, non si dedica subito alla scrittura, inizia a lavorare al catasto e sposa Anna Maria Haus, una sua ex compagna di scuola da cui avrà due bambini. Solo nel 1970 lascerà il lavoro, per dedicarsi appieno finalmente alla scrittura.
Mario Rigoni Stern, il narratore
Se non hai mai avuto modo di avere un testo tra le tue mani di Rigoni, è lecito che tu possa chiedere chi sia.
Mario Rigoni Stern è uno dei più grandi narratori del nostro tempo, nei suoi racconti autobiografici, si può leggera la realtà del suo vissuto fatto di guerra ma anche di un rapporto sincero e universale tra uomo e natura.
“Domando tante volte alla gente: avete mai assistito a un’alba sulle montagne? Salire la montagna quando è ancora buio e aspettare il sorgere del sole. È uno spettacolo che nessun altro mezzo creato dall’uomo vi può dare, questo spettacolo della natura”. (Ritratti)
Un uomo dalla forte sensibilità e dalla grande coscienza, era contro ogni ingiustizia, soprattutto quella rivolta alla natura e agli animali.
“Vorrei che tutti potessero ascoltare il canto delle coturnici al sorgere del sole, vedere i caprioli sui pascoli in primavera, i larici arrossati dall’autunno sui cigli delle rocce, il guizzare dei pesci tra le acque chiare dei torrenti e le api raccogliere il nettare dai ciliegi in fiore” (Uomini, boschi e api)
Tra i suoi racconti più importanti oltre al Sergente nella neve, è importante ricordare anche Storia di Tönle, il bosco degli urogalli, Stagioni, l’anno della vittoria e tanti altri, dove i temi ricorrenti restano sempre quelli sulla natura, sulle sue manate montagne e sulla guerra, che lo ha profondamente segnato.
Mario Rigoni Stern e il cibo
Anche nella cucina Rigoni era molto legato ai piatti della sua terra, ai piatti tradizionali di cui ne parla anche nei suoi racconti, come la polenta mangiata sulle montagne dell’Albania, tanto diversa da quella dura mangiata qualche anno dopo sul Don.
Nella vita di tutti i giorni amava le zuppe, le lenticchie e patate, o quelle con il cumino fresco, ma anche il vitello in umido con l’immancabile polenta. La moglie racconta che si dà piccolo è sempre stato un gran golosone, si nascondeva per fare grandi scorpacciate di marmellata e cioccolato, ma in realtà amava tutti i dolci.
E proprio in linea con quest’ultima frase, in occasione di questo evento con i Festival sui Cammini Veneti, ho voluto dedicargli la torta alle mandorle di Asiago. Un dolce semplice e simbolo della sua città la cui ricetta originale appartiene alla famiglia Carli, ed oggi conosciuta con il nome di torta Ortigara.
La torta alle mandorle di Asiago
“Lassù la montagna è silenziosa e deserta. Lungo la mulattiera che gli austriaci costruirono per giungere nei pressi dell’Ortigara, dove un giorno raccolsi la punta ferrata del Bergstock che è qui sulla libreria, ora non passa più nessuno. La neve che in questi giorni è caduta abbondante ha cancellato i sentieri dei pastori, le aie dei carbonai, le trincee della Grande guerra, le avventure dei cacciatori. E sotto quella neve vivono i miei ricordi.” (Sentieri sotto la neve)
Durante la prima guerra mondiale, sul monte Ortigara si svolse una delle battaglie più aspre. Ai soldati che si trovavano in trincea per potersi nutrire, veniva spesso consegnata una torta tipica di Asiago. Si trattava di una torta semplice ma con ingredienti genuini, compatta all’esterno ma morbida all’interno, soprattutto dalla lunga durata.
A creare questo dolce furono nel 1909 due giovani sorelle, Susanna e Caterina Carli che avevano da poco aperto la loro Offelleria.
Nel 1920 le sorelle Carli decisero di secretare la ricetta di questa torta dietro ad un brevetto, chiamandola torta di Ortigara, in onore alla battaglia che si era tenuta proprio in questa montagna.
Oggi questa torta oltre ad essere brevettata ed inserita dal Ministero delle politiche Agricole, nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali, è diventa il simbolo di Asiago anche fuori dall’Italia.
Chissà quante torte di Ortigara ha mangiato il buon Mario Rigoni Stern, secondo me tante. Si tratta di un dolce tradizionale, con una tradizione lunga 100 anni, ed anche semplice e genuino come piaceva a lui.
Riuscire ovviamente a riprodurre questa torta è impossibile, sembra che la ricetta la conoscano solo in pochi della famiglia, che tutt’ora lavorano nell’Offelleria.
Si tratta di un dolce secco prodotto in diversi formati, alto non più di tre centimetri, dorato all’esterno e color zabaione all’interno. Questa torta si mantiene morbida per i primi 30/40 giorni, asciugandosi con il passare del tempo e diventando, ottima come dolce da inzuppo in vini liquorosi.
Ma sul web gira comunque una ricetta che tenta di ispirarsi o imitare la torta Ortigara, chiamata per ovvi motivi, la torta alle mandorle di Asiago.
Gli ingredienti sono farina di frumento, burro, zucchero, mandorle e aromi, ma come dicono Paola e Franca Carli, : “non è tanto nello scoprire gli ingredienti della torta, ma nel saperli dosare”.
Sembra che uno dei segreti di questa torta siano proprio gli aromi, uno di questi dicono che provenga direttamente dall’estero. Sarà vero?
Io ho voluto comunque provare questa ricetta realizzandola in onore di Rigoni, quanto meno per la semplicità di questa torta e la sua bontà che sono sicura avrebbe comunque apprezzato.
Torta di mandorle di Asiago
Ingredienti
- 85 g di Zucchero Semolato
- 1 uovo intero +un tuorlo
- 50 g di Mandorle
- 1 Scorza di Limone
- 75 g di Burro fuso
- 85 g di Farina 00
- 1/2 cucchiaino di Lievito per dolci
- Sale un pizzico
- q.b. Zucchero a velo
Istruzioni
- Frulla le mandorle tostate con un cucchiaio di zucchero preso dal totale, fino ad ottenere una polvere.
- Versa in una ciotola le uova con lo zucchero e lavorali con una frusta. Aggiungi le mandorle con lo zucchero, la scorza del limone e il burro fuso.
- Infine la farina con il lievito setacciati e il sale. Amalgama bene il tutto e versa il composto in una teglia da 22 dm, inforna per 30 minuti a 180°C.
- Sforna fai raffreddare e ricopri con dello zucchero a velo.
[…] Pennisi con la torta alle mandorle di Asiago, ricorda lo scrittore raccontato dalla moglie come un gran goloso e l’omaggia con il dolce […]
Non si può descrivere questa semplice, gustosa bontà che non solo la gusto quando sono ad Asiago ma me la porto sempre oltreoceano tutte le volte che torno negli USA. Infatti la sto’ gustando in questo momento bevendo il caffè mattutino. La torta ha ormai più di un mese ma me la sto gustando, un pezzetto ogni mattina e cerco di farla durare il più possibile perché è troppo buona.
Ricordo vivamente Mario Rigoni Stern, specialmente quando lo vedevo a cantare nel gruppo del CORO DI ASIAGO. Quando ad Asiago vado al cimitero dove sono seppelliti i miei genitori e i miei Antenati, vado sempre a dare un saluto sulla sua tomba, semplice ma per me maestosa.
Grazie mille Luisa per aver condiviso un tuo ricordo, mi sono emozionata a leggerlo. So bene che la ricetta è segretissima, e che la mia torta alle mandorle non potrà mi a pieno rispecchiare l’ originale, ma ho cercato di rispettarla il più possibile. Spero solo di avere la fortuna un giorno, di poterla portare anch’io a casa e riuscire a sentire a pieno, i profumi che porti con te oltre oceano.
Tempo fa stavo andando a Fiera di Primiero e mi sonò fermata al giardinetto di Mezzano per riposarmi un po’. Avevo appena letto Rigoni Stern e ho pensato di abbracciare un albero per riceverne pace e forza…….sicuramente ne ho ricevuto un migliaio di formiche!!!!!! Dai, ma anche pace e forza.!!!!!!